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“Osservatorio 190”. Un'iniziativa di ASL e AO

ROMA, 26 FEB. - “La prevenzione è l'arma più forte per debellare un'epidemia causata da una pericolosa malattia infettiva. Le parole del procuratore generale della Corte dei conti della Lombardia non lasciano spazio alla fantasia. La sanità è malata di troppa corruzione: così come denunciamo da anni. Gli ultimi scandali lombardi hanno fatto emergere una pericolosa rete formata da politici, imprenditori e funzionari. Accordi che secondo l'imprenditrice arrestata per ordine della procura di Monza avrebbero addirittura avuto durata trentennale”, così Francesco Macchia, presidente dell'Istituto per la promozione dell'etica in Sanità, commenta le dichiarazioni di Antonio Caruso, procuratore generale della Corte dei conti lombarda. “Se non si interverrà con decisione continueremo a disperdere oltre 6 miliardi all'anno in corruzione. Un danno enorme che mina alle fondamenta il SSN e il diritto alla salute imposto dalla Costituzione – sottolinea Macchia – La Corte dei conti propone una prevenzione attiva basata sulla scrupolosa analisi di atti e provvedimenti. La sola legge 190 non basta. Per dimostrarlo da mero adempimento ad efficace strumento contro la corruzione occorre rendere la prevenzione dei reati parte integrante della gestione strategica di Aziende sanitarie locali e ospedali. Proprio su questo stiamo lavorando insieme a Federsanità-Anci con il progetto “Osservatorio 190”. Un'iniziativa che vede la partecipazione di diverse ASL e AO associate su tutto il territorio nazionale.

“Lo spirito dell'Osservatorio - dichiara Lorenzo Terranova, Direttore Centro Studi Federsanità ANCI - è quello di sviluppare all'interno del sistema delle Aziende del nostro SSN un approccio che sia capace, attraverso gli strumenti tipicamente a disposizione delle Aziende, senza introdurre altri adempimenti formali, di prevenire forme di corruzione che danneggiano non solo i cittadini ma le migliaia di operatori della sanità che svolgono con correttezza e onestà il proprio lavoro”.

Macchia: "Siamo come nel 1992. La sanità è cassaforte dei corrotti"

16 febbraio 2016 “La sanità si conferma essere la cassaforte dei corrotti. In ventiquattro anni si è cambiato tutto per non cambiare niente. Controlli deboli e rispetto solo formale delle leggi continuano ad essere una costante. Se sovrapponessimo i quotidiani del 17 febbraio 1992 e quelli di oggi otterremo un risultato singolare. I titoli di oggi potrebbero essere attuali per le edizioni dell'epoca e viceversa. Al centro delle cronache c'è sempre la corruzione nella sanità lombarda. Ieri le pulizie nel Pio Albergo Trivulzio, oggi le forniture odontoiatriche”, così Francesco Macchia, presidente dell'Istituto per la promozione dell'etica in Sanità commenta gli ultimi scandali nel comparto sanitario nel giorno dell'anniversario dell'arresto di Mario Chiesa, dirigente del PSI, l'episodio che diede il via all'inchiesta di 'Mani pulite'.

“Manca la consapevolezza in merito ai danni prodotti da sprechi e reati contro la pubblica amministrazione – spiega Macchia – Nei nostri studi abbiamo dimostrato che il costo globale di corruzione e inefficienze può superare i 20 miliardi di euro. Risorse che vengono sottratte ai malati e che minano alle fondamenta l'universalismo del Servizio sanitario nazionale. Oggi, come ieri, l'attenzione del malaffare si concentra prevalentemente sulle forniture non prettamente sanitarie: mense, pulizie, contratti di manutenzione o facchinaggio. Tutti elementi raccolti e spiegati nel nostro 'Libro bianco sulla corruption in Sanità' (scaricabile su www.ispe-sanita.it). Azioni che finiscono per ledere la qualità delle prestazioni sanitarie erogate al paziente”. “Le sentenze dei primi anni Novanta e gli ultimi fatti di cronaca devono spingere all'azione politici e società civile – conclude il numero uno di Ispe – Sui giornali di oggi abbiamo letto di un dipendente di una cooperativa che prestava servizio al policlinico San Matteo di Pavia licenziato per aver denunciato i furti nella mensa dell'ospedale. Una buona legge per la tutela del whistleblowing impedirebbe queste storture”.

Il presidente Macchia ha commentato gli ultimi arresti in Lombardia

Sanità lombarda: Macchia (Ispe-Sanità): “Serve maggiore impegno per prevenire la corruzione. Esternalizzare i servizi punto critico per SSN”

ROMA, 16 FEB. - “L'ondata di arresti in Lombardia deve far riflettere. Serve un impegno a tutto campo per combattere la corruzione. Ancora una volta al centro delle attenzioni di corrotti e corruttori c'era la sanità. E su cosa si concentravano le loro attenzioni? Su prestazioni esternalizzate messe a carico del Servizio sanitario nazionale. Lo denunciamo da anni. Gli appalti per le esternalizzazioni e per l'assegnazione di servizi non prettamente sanitari come manutenzioni e mense sono sempre nel mirino di chi vorrebbe lucrare sulla pelle di malati e operatori onesti”, così Francesco Macchia, presidente dell'Istituto per l'etica in Sanità-Ispe, commenta gli arresti disposti dalla procura di Monza nell'ambito dell'ennesima indagine sulla gestione della sanità lombarda. Tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare c'è anche Fabio Rizzi, presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale e autore della riforma del sistema sanitario lombardo. “Chi ha l'onere di delineare le politiche sanitarie a livello nazionale e regionale non può rimanere spettatore passivo – continua Macchia – Fermare il malaffare vuol dire generare risparmi per oltre 5 miliardi di euro l'anno. Denari che potrebbero migliorare la qualità delle prestazioni erogate e garantire un vero universalismo del SSN”.

“Siamo impegnati sul tutto il territorio nazionale per aumentare la consapevolezza riguardo la prevenzione della corruzione nelle Aziende sanitarie e negli ospedali – conclude Macchia – Il 6 aprile, nell'ambito della “Giornata nazionale contro la corruzione in Sanità” ribadiremo le nostre proposte in difesa del valore del Servizio Sanitario Nazionale assieme ai professionisti che, con disciplina e onore, ne sono parte. Un'osservanza solo formale della normativa vigente da sola non è sufficiente”.

Ispe ospite della rubrica di approfondimento "Tg2Insieme"

3 febbraio 2016 Ieri mattina il presidente di Ispe-Sanità, Francesco Macchia, ha partecipato alla rubrica di approfondimento del Tg2 “Tg2Insieme”. La puntata ha esplorato i principali difetti della “sanità sprecone. Il numero uno di Ispe si è potuto confrontare con Giuseppe Lavra, vicepresidente dell'Ordine dei medici di Roma, Aldo Morrone, primario dell’Istituto San Gallicano Roma e Antonio Gaudioso di Cittadinanzattiva.

Macchia ha annunciato che il prossimo 6 aprile sarà organizzata la Prima giornata nazionale per il contrasto della corruzione in sanità. Evento importantissimo e fondamentale per sensibilizzare i cittadini e gli operatori sanitari.

"Centrali uniche d'acquisto fondamentali per combattere malaffare nel SSN"

ROMA, 21 GEN. - “La corruzione si combatte anche attraverso la semplificazione delle normative e delle procedure per l'acquisto di beni e servizi da parte delle Pubbliche amministrazioni. L'imminente individuazione e istituzione delle 33 Centrali uniche di acquisto avrà indubbi benefici sul Servizio sanitario nazionale. Nel nostro 'Libro bianco sulla corruption in Sanità' abbiamo spiegato, dati alla mano, come gli sprechi si annidino soprattutto negli appalti”. Francesco Macchia, presidente di Ispe-Sanità, commenta così la prossima pubblicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che spazzerà via oltre 35.000 centri di spesa sparsi su tutto il territorio nazionale. “L'emblematica differenza di prezzo nell'acquisto delle siringhe tra i vari territori è solo la punta di un iceberg – prosegue Macchia – I nostri studi dimostrano che il malaffare si annida nelle gare per l'acquisizione di servizi non sanitari: pulizie, spese per lavanderie, mense e contratti di consulenza. Lì si annidano gli interessi di corrotti e corruttori”. “Le centrali uniche di acquisto rappresentano un primo importante passo – conclude il presidente di Ispe-Sanità – Sono però un punto di partenza e non un punto di arrivo. La diffusione di comportamenti etici deve essere perseguita attraverso un'attenta opera di prevenzione: a livello centrale ma, soprattutto, nelle varie Asl e Aziende ospedaliere”.